Dott.ssa Giulia Buffi

FORMAZIONE ED ESPERIENZA PROFESSIONALE

2020 – Laurea in Medicina Veterinaria 2020 presso l’Università degli Studi di Parma.

Dopo la laurea in medicina veterinaria ho partecipato a corsi di pronto soccorso e terapia intensiva base e avanzati; dal 2021 sono nello staff VetBz, dove mi occupo di pronto soccorso, terapia intensiva e anestesia.

Due chiacchiere con la Dott.ssa Buffi

Lavorare sotto pressione non è qualità comune. Prediligere la pressione è addirittura raro. Giulia Buffi, 28 anni all’anagrafe, forse nemmeno si accorge di essere una dottoressa veterinaria rara per la semplicità con cui racconta la sua condizione di intervento ideale. “Mi piace quando la situazione è delicata. Quando bisogna essere freddi, metodici e svelti. Spesso senza grandi percentuali di successo. È la condizione in cui rendo al meglio e quella che più mi appaga quando tutto va bene”. Chiacchieriamo con lei con calma e senza pressioni per conoscerla meglio: funziona bene lo stesso.

“So che sembra strano, ma spesso le condizioni più critiche sono quelle per cui sono più portata” Hai provato a spiegarti perché? “La nostra professione, nella maggior parte dei casi, prevede, valutazioni su più livelli, con molteplici domande ed azioni annesse. Questa varietà, talvolta, può rappresentare un freno in più. Può anche lasciare spazio a delle ansie aggiuntive che non sono sempre positive. Agire secondo pratiche veloci e con grande precisione, invece, diminuisce questo margine. Ti rende più fredda ed efficace. Almeno per me è così”

Quando hai deciso che volevi fare la dottoressa veterinaria?

“In realtà, fin da piccola, sognavo di studiare medicina umana, in particolare per diventare chirurga estetica. Poi, come spesso accade, il mio percorso ha cambiato direzione”

In che modo?

“Con il mio grande amore: Sem, un Cavalier King Charles Spaniel. Anni fa è stato molto male per problemi cardiaci, ho iniziato a frequentare un ambulatorio veterinario, a studiare i suoi mali e a cercare risposte. Mi sono appassionata così a questa materia e ai suoi significati più profondi sia per chi cura sia per chi ha un animale da far curare. Per amore: un po’ da tutti i lati la si guardi”

Oggi però preferisci i gatti…

“A casa sì, ne ho quattro, ma anche i cani hanno sempre una parte del mio cuore. In clinica sono affascinata dai gatti, in quanto sono più difficili da conquistare. Recentemente abbiamo avuto una gattina selvatica di otto mesi. Alcuni colleghi avevano qualche difficoltà ad approcciarvisi. Succede. Quando sono riuscita a tenerla tranquillamente in mano e trattala è stata una gioia. Ecco, questo mi regala emozione. La sa un’altra soddisfazione massima qual è?”

No…

“Quando incontri un paziente con queste caratteristiche dopo mesi e lui ancora ti riconosce. Di solito succede con i cani. Ti saluta e si lascia accarezzare con affetto. È conscio che hai fatto qualcosa di buono per lui quando prima non si fidava. È straordinario questo”

Parliamo di Giulia fuori dalla clinica?

“In clinica – sorride – comunque sono sempre me stessa. Però cerco di staccare nel miglior modo possibile quando sono a casa. Non è facile quando abiti con tre colleghe coetanee ma è anche la nostra straordinaria forza. È nata un’amicizia profonda che va al di là del lavoro. Facciamo esperienze insieme, siamo consce di stare camminando su un tratto di vita che ha molti aspetti comuni per tutte noi. In una città diversa, per amore di questa professione e con i bisogni della nostra età”.

Tu sei di Mantova…

“Precisamente di Gazoldo degli Ippoliti, paesino mantovano di 3.000 abitanti”

Com’è stato il passaggio a Bolzano?

“La convivenza con le mie coinquiline-colleghe è stata preziosissima. Nel tempo libero ci piace scoprire i paesaggi mozzafiato che regala il Trentino Alto Adige. Sono stata abituata ad un ambiente diverso come Parma, dove mi sono laureata nel 2020, per qualche anno ed ora cerco di trarre il meglio da questa città che mi sta ospitando.”

Non deve essere facile non parlare di lavoro a casa…

“Inevitabilmente finiamo per parlarne anche a casa, a volte senza accorgercene. Di per sè non c’è nulla di sbagliato. Però quando esageriamo ce lo diciamo. Ok, stop, ora basta ragionare di lavoro. Serve anche quello nel nostro mestiere: liberare la testa”

Torni a casa dalla tua famiglia ogni tanto? “

Circa una volta al mese riesco a farlo. È sempre bello”

Nel futuro come ti vedi?

“Mi piacerebbe occuparmi sempre più di triage e primo soccorso sulle emergenze. Sono felice di lavorare costantemente anche come anestesista. Altro aspetto che calza perfettamente alla mia indole. È la direzione in cui voglio migliorare ed affinarmi: c’è sempre tanto da imparare. Specie in un ambiente di lavoro così di alto livello come la clinica Città di Bolzano per strumenti e qualità del team. Sono fortunata ad avere la possibilità di crescere quotidianamente. Con la pressione come compagna di viaggio. Senza temerla ma rispettandola. Sempre”.